La spalla dolorosa
Dott. Andrea Uccheddu

Dott. Andrea Uccheddu
Laurea in medicina e specializzazione in Ortopedia a Cagliari, si forma al Marino con Claudio Velluti e Giuseppe Lombardini, e con Mario Randelli, Riccardo Minola e Alex Castagna all’ Istituto clinico Humanitas (Milano). Si occupa di chirurgia artroscopica soprattutto di spalla, ginocchio e caviglia. È il delegato regionale della SIA (Società italiana artroscopia).
Patologia della cuffia dei rotatori
ANATOMIA della cuffia dei rotatori
E’ una struttura formata da 4 muscoli:
- Sovraspinato
- Sottospinato
- Sottoscapolare
- Piccolo rotondo
- i cui tendini si inseriscono sulla testa dell’omero
Questi tendini consentono l’elevazione e le rotazioni dell’arto superiore.
PATOLOGIA
Le lesioni della cuffia sono una delle cause più frequenti di “spalla dolorosa”.
Le lesioni possono avere 2 cause principali:
- 1) degenerazione: graduale usura per il tipo di lavoro o attività fisica, e per l’età
- 2) traumi: cadute dirette sulla spalla, o indirette sul gomito o sulla mano
In realtà molto spesso la spalla dolorosa non è dovuta ad una lesione della cuffia ma solo ad una condizione di tendinite/borsite.
Un tempo questa tendinite/borsite veniva genericamente chiamata PERIARTRITE.
Questo termine non è più attuale perché abbiamo scoperto le diverse cause della spalla dolorosa.
Le principali sono:
- 1) I microtraumi ripetuti
- 2) La sindrome da conflitto sotto-acromiale
- 3) La tendinite calcifica
- 4) Artrosi e Artrite.
- 5) Alcune malattie metaboliche
1) I microtraumi ripetuti (lavoro/sport) soprattutto per attività del braccio al di sopra della testa (overhead);
2) La sindrome da conflitto sotto-acromiale (o sindrome da impingement): dovuta al fatto che lo spazio sotto-acromiale, compreso tra la testa omerale e l’acromion (sporgenza ossea che appartiene alla scapola) che gli sta al di sopra, è troppo ridotto, e questo aumenta il rischio di usura meccanica della cuffia dei rotatori. La riduzione di questo spazio non è sempre dovuta alla eccessiva sporgenza dell’acromion, ma più frequentemente alla insufficienza della muscolatura della spalla, che causa la risalita della testa omerale;
3) La tendinite calcifica: una infiammazione cronica che causa la deposizione di sali di calcio nella borsa e nei tendini della cuffia;
4) Artrosi e Artrite;
5) Alcune malattie metaboliche sono spesso strettamente correlate alla spalla dolorosa. In particolare il Diabete e le patologie della Tiroide.
DIAGNOSI
Sintomi principali:
- Dolore, spesso maggiore la notte, diminuzione della forza, e riduzione del movimento del braccio.
- Dopo la visita Ortopedica, spesso si devono eseguire esami diagnostici: radiografia, ecografia, risonanza magnetica.
TRATTAMENTO
Nei casi di rottura recente e completa di uno o più tendini l’intervento chirurgico è spesso necessario.
Quando la lesione è piccola o addirittura assente e il dolore e la limitazione articolare sono dovuti ad una tendinite con borsite si deve provare ad evitare l’intervento con una corretta terapia farmacologica, ma soprattutto con la fisioterapia, per ridurre il dolore ed evitare le rigidità, prima di tutto, e per migliorare la cinetica articolare attraverso esercizi di rieducazione posturale e propriocettiva, rinforzo dei muscoli stabilizzatori della scapola e della testa omerale.
CHIRURGIA ARTROSCOPICA
Nei casi in cui la terapia conservativa risulta inefficace o inadatta, l’intervento si esegue ormai quasi esclusivamente per via artroscopica.
L’artroscopio è un piccolo strumento dotato di ottica, collegato ad una telecamera, che viene introdotto nella articolazione attraverso piccole incisioni della cute. L’anestesia può essere sia loco-regionale che generale. La degenza non supera quasi mai una notte.La riuscita dell’intervento dipende da:
- Ampiezza e retrazione della lesione;
- Qualità del tendine e del muscolo corrispondente.
L’intervento consiste nella reinserzione dei tendini lesionati alla testa omerale attraverso ancorette e fili di sutura. L’asportazione del tessuto ipertrofico e iperemico bursale e la regolarizzazione delle sporgenze ossee dell’acromion sono gesti accessori molto frequenti. Nei casi in cui la lesione risalente a molti anni prima, non fosse più riparabile per atrofia e retrazione dei tendini e dei muscoli, l’intervento potrà solo ridurre il dolore e prevenire o rallentare l’ulteriore peggioramento della patologia articolare (artropatia di cuffia).
RIABILITAZIONE
Dopo l’intervento è necessario usare un tutore reggibraccio ed eseguire esercizi solo passivi per circa un mese. Il ritorno ad attività impegnative avviene tra i 3 ed i 6 mesi postoperatori.
ÉQUIPE GOSS
Dott. Andrea Uccheddu
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
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