Incontinenza urinaria femminile e maschile

L’incontinenza urinaria è chiamata “malattia silenziosa”
perché chi ne soffre raramente ne parla, spesso nemmeno al proprio medico.
La parola alla fisiatra Claudia Corsini.

In Italia coinvolge 5 milioni di persone, ma questa è una cifra sottostimata perché solo il 20% ne parla con il proprio medico. Ne sono affette circa 2 milioni di donne italiane. La maggior parte degli studi dimostra che la prevalenza dell’incontinenza urinaria aumenta con l’avanzare dell’età. Nella popolazione di età superiore ai 60 anni, il sesso femminile ha una probabilità di essere incontinente doppia rispetto al sesso maschile. Per età inferiori ai 60 anni tale differenza risulta ancora più evidente con un rapporto femmine-maschi di 3 a 1. Nel sesso maschile la perdita più o meno abbondante di urina è scatenata da uno sforzo fisico che determina un aumento della pressione intraddominale, uno starnuto, una risata, il sollevamento di un peso e le sue cause possono essere un deficit dello sfintere uretrale dovuto a traumi del bacino, patologie neurologiche o interventi di chirurgia prostatica (in particolare la TURP e la prostatectomia radicale). Per quanto riguarda i tipi di incontinenza nell’ambito del sesso femminile la prevalenza della IUS (incontinenza urinaria da sforzo) viene riferita più comunemente prima dei 65 anni, mentre in età più avanzata diventano più comuni le forme di urgenza e quelle di tipo misto. La gravidanza ed il parto vengono considerati tra i fattori di rischio della IUS. Il danno da parto è stato riconosciuto il fattore eziologico principale delle alterazioni del supporto pelvico e dell’incontinenza da sforzo. Inoltre numerosi studi hanno dimostrato che dopo la menopausa vengono frequentemente lamentati disturbi genito-urinari (secchezza vaginale, dispareunia, pollachiuria, urgenza minzionale, disuria e incontinenza urinaria).

Forse ciò di cui si ha più paura in questo momento è che i bambini che vengono vaccinati possano “ammalarsi” di autismo. 
Ma l’autismo è una grave malattia dello sviluppo del sistema nervoso, non una patologia che insorge a seguito di qualche causa tardiva. Le cause, è vero, sono tante e ancora non sono state univocamente definite ma le ricerche scientifiche, sempre molto attive sull’argomento, si orientano sempre più sulla genesi precoce. In altre parole, la malattia esordisce nelle prime fasi della gravidanza, con la formazione di connessioni cerebrali anomale. È stata abbondantemente esclusa la correlazione con la vaccinazione. Eppure, da quando un medico ha dichiarato che il vaccino trivalente causa l’autismo, si è assistito a un calo delle vaccinazioni sempre maggiore, con il ripresentarsi di gravi malattie che erano oramai sotto controllo, certo non debellate, ma davvero rare ai nostri giorni. Il minore ricorso alle vaccinazioni mette fortemente a repentaglio la vita dei nostri figli. Forse potremmo partire da un esempio efficace: chi ha più di 30 anni può sostenere che “ai nostri tempi non si usavano le cinture di sicurezza, i seggiolini auto per i piccolini, l’airbag, i caschi per andare sulla motocicletta, eppure siamo qui a raccontarlo”. Sì, lo può raccontare chi è stato fortunato, ma chi non è stato fortunato non è più qui. Pensiamo, senza troppa paura di sbagliare, che ormai nessuno possa più mettere in dubbio l’utilità e l’efficacia dei suddetti mezzi di sicurezza in caso di incidenti stradali. Molte persone continuano a scegliere di non farne uso, ma di certo nessuno può più dire che va bene così.

Nel Centro Medico Diagnostico Sant’Antonio abbiamo la possibilità di adottare strategie di prevenzione primarie e/o secondarie del sintomo, che vanno adattate al singolo caso osservato.

Negli ultimi decenni la letteratura scientifica ha messo in evidenza la notevole prevalenza di incontinenza urinaria (soprattutto IUS) fra le giovani sportive. Emerge un’alta percentuale di incontinenza urinaria delle atlete valutate, soprattutto negli sport ad alto impatto.

Raccomandazioni

Alcuni farmaci come quelli usati per l’ipertensione arteriosa possono ridurre la pressione di chiusura uretrale e pertanto favorire l’incontinenza da sforzo. L’uso di diuretici può favorire la comparsa di incontinenza urinaria per il rapido riempimento vescicale. Pertanto è utile assumerli il mattino per evitare fastidiose minzioni notturne. Nella donna anziana o disabile, spesso si verificano delle situazioni ambientali come l’inaccessibilità rapida ai servizi per la presenza di scale, l’uso di poltrone da cui è difficile alzarsi, gli indumenti stretti o allacciati con numerosi bottoni, i movimenti impacciati per la riduzione della vista, che possono provocare ritardi nell’inizio della minzione con conseguente comparsa di incontinenza urinaria. In questi casi è necessario intervenire sulla abitudini e ambiente della donna in modo corretto al fine di prevenire l’insorgenza di incontinenza da urgenza.

La conoscenza dei fattori di rischio di incontinenza urinaria presenti nel singolo caso richiede un irrinunciabile intervento comportamentale, igienico-sanitario e ambientale che deve sempre rappresentare il primo approccio terapeutico da adottare e/o associare ad ogni altro trattamento specifico. L’incontinenza da sforzo è resa più probabile da alterazioni genetiche del tessuto connettivo, gravidanze e parti, menopausa, invecchiamento, obesità, etnia, stitichezza cronica, altre cause di aumento cronico della pressione intraddominale e chirurgia pelvica. Fattori psicologici, chirurgia sul collo vescicale, caffeina e fumo possono aggravare la condizione. Altre cause di incontinenza urinaria includono infezioni delle vie urinarie, immobilità, perdita delle funzioni fisiche e dei riflessi, demenza e altre condizioni.

Riabilitazione perineale
Con il termine riabilitazione perineale facciamo riferimento ad un approccio riabilitativo rivolto a molteplici disfunzioni uro-ginecologiche femminili e maschili: l’incontinenza urinaria da sforzo e/o da urgenza, dolore pelvico, proctologico, vaginale.

Il servizio che offre il Centro Medico Diagnostico Sant’Antonio è mirato al rinforzo muscolare del pavimento pelvico attraverso un trattamento riabilitativo personalizzato a seguito di una attenta valutazione svolta da un Medico Fisiatra esperto in pavimento pelvico:

  • Tecniche di chinesiterapia specifiche condotte dal fisioterapista della riabilitazione esperto in pavimento pelvico
  • Tecniche di rieducazione comportamentale
  • Utilizzo di un biofeedback per obiettivare la contrazione dei muscoli e facilitarne il controllo volontario da parte delsoggetto
  • Elettrostimolazione funzionale per riattivare i muscoli perineali deficitari o per inibire la contrazione vescicale nei casi in cui è presente l’urgenza
  • Rieducazione posturale globale.