La giornata della protesi
L’educazione sanitaria incontra la raccolta dati sul palcoscenico della civiltà nuragica
Si è conclusa domenica 16 settembre 2018 ad Abbasanta, la terza Giornata della protesi con tutti i pazienti operati di protesi di ginocchio, anca e spalla presso l’Unità di Ortopedia e Traumatologia dello Sport, Policlinico città di Quartu Sant’Elena. Grande partecipazione per un incontro che ormai sta diventando una tradizione. “Colto lo spirito della giornata. Vi aspetto il 15 settembre 2019 a Cagliari” il commento dell’organizzatore il dottor Marco Conte Responsabile dell’Unità. Circa 150 i partecipanti tra pazienti portatori di impianti protesici ed alcuni parenti, hanno animato domenica 16 settembre la 3° Giornata della protesi, che si è tenuta ad Abbasanta con visita al Nuraghe Losa ed al Santuario Nuragico Santa Cristina. Lo spirito della giornata è sempre stato, fin dalla prima edizione a Carloforte, quello di fondere il follow up dei pazienti operati (con possibilità di raccogliere score clinici aggiornati), con la possibilità di socializzare imparando qualcosa in più sulle straordinarie meraviglie che il territorio sardo sa offrire. Dopo un’introduzione sugli scopi della giornata e alcune informazioni di educazione sanitaria, che hanno permesso sia di smontare luoghi comuni che aggiornare sulle ultime novità relative alla gestione dell’impianto protesico, i protagonisti sono stati i pazienti stessi; numerose le domande fatte relative ad accessi chirurgici, difficoltà nell’esecuzione di alcuni movimenti e domande relative ai limiti da non superare nell’attività sportiva per chi è portatore di impianto. Il tutto condito da un tocco di sana ilarità che ha abbattuto le barriere e permesso a tutti di porre i propri quesiti in massima tranquillità. “Nessuna domanda è stupida, chiedete anche le cose più semplici” ha dichiarato il dottor Conte aprendo la sessione di domande. Questo mette i pazienti a loro agio ed ascoltando domande e risposte magari trovano anche la risposta ai loro problemi. “Faccio a voi quello che farei ai miei familiari, questo mette il paziente in una condizione di totale fiducia verso il chirurgo, questo è il nostro modus operandi”.
Con la mia équipe, formata dagli assistenti Barbara Melis, Valentina Marcialis, Santino Vassallo, Stefano Congia e Vincenzo Verderosa, operiamo in media 650 pazienti l’anno e ne trattiamo conservativamente molti di più.
Il Nuraghe Losa, complesso interamente costruito con grossi blocchi di basalto, che presenta un grande nuraghe trilobato, costruito nel Bronzo Medio (XV-XIV secolo a.C.), un antemurale e resti di un ampio villaggio di capanne circolari, realizzati successivamente. Dopo le spiegazioni della guida, la prima foto di rito davanti al complesso ha concluso la visita prima del pranzo presso l’Hotel ristorante Su Baione, un oasi tranquilla in mezzo alle quercie secolari. Dopo un meritato pranzo con le prelibatezze del posto, la seconda visita ha portato l’intero gruppo a visitare il complesso di Santa Cristina. Il sito archeologico sorge nel verde punteggiato di ulivi secolari, diviso in due nuclei. Nel primo si trova un tempio a pozzo, risalente al Bronzo finale, abbracciato da un recinto sacro a forma di ‘serratura’. All’interno, vestibolo, scala discendente e camera con volta a tholos, realizzata con anelli concentrici. Fuori dal recinto, la capanna delle riunioni, tonda con diametro di dieci metri, pavimentata a ciottoli e con sedile circolare, e circa dieci ambienti, forse alloggi di maestri di culto e botteghe del mercato che accompagnava le solennità religiose. Forte l’emozione data da un complesso che richiama sacralità e domande legate all’incredulità di costruzioni che sembrano impensabili nell’epoche in cui sono state edificate. “Lo spirito della giornata è stata colta in pieno. Lo scorso anno, il tempo non era stato clemente con noi a Barumini ma fortunatamente, la terza edizione ha avuto la benedizione anche di un clima mite e soleggiato che ha fatto da cornice ad una giornata splendida” – continua il dottor Conte – “siamo riusciti a fondere lo spirito che mira alla raccolta dati, inclinandosi alle necessità della evidence based medicine, con la volontà di socializzare e mantenere un forte legame tra gli operatori ed i loro pazienti: sentire i pazienti intonare all’improvviso a cappella Non Potho Reposare una delle più belle canzoni sarde di sempre, cui si sono aggiunti tutti è stata una forte emozione. A questo hanno fanno seguito i canti della tradizione tabarchina. Un idea da sfruttare per la prossima edizione”. Questi alcuni commenti a caldo rilasciati dall’organizzatore. “E poi emozionante leggere quello che scrivono i pazienti nel memo book, e quello che ti raccontano. Pazienti che spesso non escono ormai dalla loro casa , se non per semplici commissioni. Mi sono bastati i loro sguardi e abbracci e la loro felicità in un giorno per loro diverso. Forse dovremo per un attimo uscire dalla sala operatoria e dagli ambulatori e non pensare solo ad operare. La cosa che più mi ha stupito è che non conoscevano questi siti e mi hanno ringraziato per questo e per la giornata trascorsa insieme. Ogni anno cerchiamo strutture recettive di una certa capienza con siti archeologici o interessanti da visitare e ristoranti che possano ospitare tante persone”.

La quarta edizione è già stata annunciata: il capoluogo sardo sarà il palcoscenico di questa giornata e gli organizzatori sono già al lavoro per migliorare un format che si è dimostrato vincente ma soprattutto gradito e utile.
Dott. Marco Conte
Ortopedico
Quartu Sant’Elena, presso il Policlinico Città di Quartu in Via Silesu