B.R.O. – Basso Rischio Ostetrico

Prof. Gian Benedetto Melis

Professor Gian Benedetto Melis
Ordinario di ginecologia e ostetricia; direttore dipartimento chirurgico dell’università di Cagliari; direttore dipartimento assistenziale integrato azienda ospedaliera universitaria, materno-infantile. Carriera universitaria maturata tra Pisa e Cagliari, ha seguito numerosi stage di specializzazione e formazione in Usa, Canada, Inghilterra, Francia. Direttore della Clinica ostetrica da 25 anni, con millecinquecento / milleottocento parti annui, il Professor Melis ha seguito la nascita di oltre 40mila bambini.
L’assistenza perinatale deve assicurare la buona salute della mamma e del bambino con il minor carico di cura.
Il Ministero ha recentemente definito le linee guida per il basso rischio ostetrico (BRO)
Una comunicazione efficace, il supporto e l’empatia degli operatori sanitari, il rispetto delle esigenze della donna sono i passaggi fondamentali per rendere la nascita un’esperienza positiva per la futura madre e per chi l’accompagna nel percorso. Nella maggior parte dei casi, infatti, le donne hanno una gravidanza fisiologica, vanno incontro a un travaglio spontaneo e partoriscono dopo la 37esima settimana di gestazione. È però necessario effettuare tutte le valutazioni, nei diversi momenti della gravidanza, per escludere la presenza di fattori di rischio. “Il Ministero ha recentemente definito le linee guida per il basso rischio ostetrico (BRO)” – spiega Gian Benedetto Melis, Ordinario di ginecologia e ostetricia; direttore dipartimento chirurgico dell’università di Cagliari – alla base del principio, da cui derivano le indicazioni sull’assistenza, c’è però un imperativo categorico: bisogna porre in campo severe misure di diagnosi per accertare che la gravidanza sia realmente a basso rischio. Solo dopo un’attenta analisi, che avviene in tempi differenti, è possibile limitare la medicalizzazione e il numero di esami per un parto che sia il più naturale possibile”.
La valutazione inizia subito, nei primi mesi di gravidanza. Nell’anamnesi personale è infatti possibile riscontrare alcuni fattori che possono trasformare la gravidanza da fisiologica ad alto rischio. La storia clinica della futura mamma deve prendere in considerazione le malattie passate o in atto, gli interventi chirurgici, la presenza di allergie, l’uso di farmaci, le frequenti variazioni di peso, l’anamnesi del benessere psichico e psicologico, l’anamnesi lavorativa, eventuali abusi o violenze subite, l’anamnesi ostetrico-ginecologica. “Gli esempi sono immediati: le donne che in passato hanno avuto un pregresso cesareo o due o più aborti, chi ha sofferto di diabete gestazionale, le donne a cui sono stati riscontrati valori ematici alterati o pressione alta non rientrano nella categoria del basso rischio ostetrico”. Giambattista Melis mette i paletti per un percorso che non può trascurare la sicurezza: “Dopo il primo trimestre di gravidanza vanno programmati gli esami specialistici e le ecografie: la prima valutazione avviene entro le 12 settimane, le successive due intorno alla 20esima e 30esima settimana. All’inizio del travaglio di parto ci sarà un ulteriore momento di analisi per riesaminare tutta la storia della paziente e definire il migliore percorso di assistenza”. Durante il travaglio, se il parto è a basso rischio sarà l’ostetrica – che non ha avuto il supporto del medico perché non necessario – a decidere se sopravvengono complicanze e se procedere con un intervento medicalizzato. In alcuni circostanze, la medicalizzazione è invece la strada obbligata: nel caso siano presenti malattie croniche di tipo immunitario, se la donna porta avanti una gravidanza gemellare, se si interviene con terapie come l’induzione del parto.