Le fotodermatiti

Ci sono cause diverse e un comune denominatore: un’anomala e spiccata reattività cutanea nei confronti dell’irradiazione solare o artificiale.

[dropcap]C[/dropcap]apita allora che, dopo un’esposizione prolungata e intensa, sulla pelle compaiano eritema, edema, rash a farfalla, papule, reazioni orticarioidi, vescicole e bolle nei casi più gravi. Si tratta di forme infiammatorie associate a prurito, scatenate dalla luce del sole e per questo motivo chiamate fotodermatiti. Questo aspetto giustifica la loro localizzazione tipicamente a carico delle aree esposte (viso, arti superiori, décolleté). Molto raramente vengono infatti coinvolti distretti corporei protetti dalla radiazione luminosa. “Sarebbe però troppo semplicistico ritenere la radiazione solare l’unica causa di tali dermopatie – spiega la dott.ssa Laura
Mantovani, specialista in Dermatologia – in alcuni casi una predisposizione genetica, combinata all’effetto di agenti detti ‘fotosensibilizzanti’ (profumi, essenze, farmaci, piante), può provocare l’insorgenza di queste affezioni cutanee”. Sono dunque, a tutti gli effetti, patologie multifattoriali, che impongono un’attenta anamnesi finalizzata all’individuazione dei fattori scatenanti perché vengano, dove possibile, evitati. I fattori fotosensibilizzanti possono essere esogeni come certi farmaci (antibiotici, antidepressivi, antinfiammatori, antipertensivi) o endogeni come le porfirine prodotte dall’organismo per un’anomalia congenita. In altri casi le sostanze raggiungono la pelle dall’esterno, come prodotti vegetali o chimici che innescano la fotoreazione. La risposta alle fotodermatiti è varia, come diverse sono le cause e le modalità d’insorgenza. La prevenzione prevede essenzialmente di evitare le intense esposizioni solari non adeguatamente protette. Col tempo sono stati formulati schermi solari in grado di proteggere la cute sempre meglio ed in modo sempre più completo, cercando di minimizzare l’effetto nocivo della radiazione luminosa. Oltre ai comportamenti virtuosi, a volte è necessario ricorrere alla fotoprotezione sistemica a mezzo di integratori a base di vitamine e antiossidanti, in grado di supportare l’organismo dall’interno. Nei quadri clinici più importanti e gravi è necessario instaurare una terapia sistemica con corticosteroidi ed antistaminici.

Dott.ssa Laura Mantovani

Una predisposizione genetica,

combinata all’effetto di agenti

detti “fotosensibilizzanti”

può provocare l’insorgenza

di queste affezioni cutanee

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