Mal di schiena cronico
Nel corso della vita 4 persone su 5 soffrono di mal di schiena
Il sintomo principale della lombalgia è il dolore situato nella parte inferiore della colonna vertebrale: può interessare il bacino, la zona lombare e cervicale; può avere una fase acuta o essere cronico. La diagnosi del mal di schiena parte sempre dalla valutazione clinica, che nel caso di protrusione ed ernia richiede risonanza magnetica o tac. Nel suo approccio olistico, l’osteopata analizza però anche la capacità di movimento del paziente e la sua eventuale alterazione, con una valutazione complessiva che investe anche il sistema muscolo-scheletrico e la postura. Spesso a causare il mal di schiena è una cattiva gestione degli stimoli stressanti a livello dinamico e posturale. “La prima visita – dice il dottor Daniele Pintus, osteopata – serve ad inquadrare il paziente. Attraverso specifiche tecniche manuali, si effettua un test di mobilità e si lavora sulle principali tensioni del corpo. Anche perché, frequentemente, le cause del dolore possono essere localizzate lontano dalla zona sintomatica. L’obiettivo è quello di individuare i blocchi più perturbanti (blocchi osteopatici, disfunzioni, blocchi di natura viscerale) e agire per ristabilire un’armonia funzionale. La tecnica terapeutica, indicata per tutte le fasce di età, consiste in manipolazioni dolci, non dolorose, in grado di allentare le tensioni accumulate: movimenti che – spiega il dottor Pintus – si focalizzano sulla zona trovata in blocco, ad esempio lo sterno, il pericardio o le viscere, liberando l’energia intrappolata”. Esistono metodiche articolari, che favoriscono la riduzione delle restrizioni articolari e dei disallineamenti: tecniche dirette sui tessuti molli, sulle fasce muscolari e sui visceri. Lo sguardo, dedicato al paziente, è totale: l’osteopatia si ispira infatti al concetto di unità della struttura dell’organismo e delle sue funzioni. Una delle indicazioni principali della disciplina riguarda il sistema muscolo scheletrico, dalle patologie della colonna a quelle articolari, dai dismorfismi (come scoliosi o valgismo-varismo delle ginocchia) agli esiti traumatici (tendiniti, distorsioni, fratture). “Il riscontro è immediato – assicura Daniele Pintus – è importante che il sintomo doloroso si modifichi e si attenui già dopo le prime sedute. Ugualmente importante è non trascurare i segnali che il corpo invia. Nel caso del mal di schiena, il consiglio è di non aspettare che il dolore cresca e con esso la compromissione fisica. Se il dolore associato alla lombalgia si irradia alle gambe, con deficit di forza muscolare e il cedimento dell’articolazione del ginocchio, vuol dire che si è aspettato tanto ed è necessario correre ai ripari. Lavorare sulla prevenzione è la maniera più valida per trattare blocchi e disfunzioni”.