Stress e disturbi, umore e ansia
Immaginate una diga, tagliata da una crepa in senso longitudinale. L’argine resiste alla pressione dell’acqua, giorno dopo giorno, senza dare segni di cedimento, sino a che l’invaso frana.
[dropcap]E[/dropcap] adesso pensate che quella diga siete voi, esposti ad un’infinità di stimoli, cambiamenti, aggressioni verbali, sfide professionali. In molti casi, l’organismo risponde agli ‘stressors’ (stimoli normali o di intensità non abituale) in maniera fisiologica. In altre circostanze, quando la pressione supera la soglia individuale di tolleranza da stress, qualcosa si rompe. I meccanismi di compensazione, che mascherano i sintomi della malattia in nuce, non bastano più e la patologia deflagra. I segni dei disturbi dell’umore sono adesso palesi: insonnia, agitazione, attacchi di panico (forma estrema d’ansia), stanchezza fisica e mentale, Lo stress diventa insomma causa di malattia. Cresce, ad esempio, il numero di pazienti affetti da disturbo bipolare, un tempo noto con la dizione classica di “Psicosi Maniaco Depressiva”. Il disturbo consiste nell’alternanza di fasi espansive con fasi depressive: le prime sono forme di eccitamento psichico e/o psicomotorio di vario tipo (aumentano le energie, l’euforia passa facilmente all’irritazione, insorge un’elevata coscienza di sé, diminuisce il senso del pericolo); le seconde sono forme di abbattimento psichico o psicomotorio (insonnia, tristezza, ansia, pessimismo e disistima di sé). Secondo le più accreditate interpretazioni del biochimismo cerebrale, il disturbo bipolare consiste in un’alterazione della produzione dei neurotrasmettitori cerebrali in determinate aree del cervello. Bisogna, dunque, riparare quello che si è rotto, sotto il peso non più sostenibile delle diverse sollecitazioni quotidiane, a lavoro, nella vita sociale, in famiglia, e a causa di una predisposizione genetica, diversa in ciascun individuo. Lo specialista è chiamato ad una diagnosi accurata, la premessa al trattamento farmacologico e/o psicoterapeutico. Guarire? Si può. Il lavoro con il paziente viaggia dunque su due binari: quello inteso a curare con l’ausilio dei medicinali, l’altro finalizzato a insegnare uno stile di vita che tenga a bada lo stress.
“L’obiettivo è quello di insegnare e di guidare il bimbo alla conquista di piccole, grandi abilità”
“Si tratta di un disturbo che non va a regredire; al contrario, si migliora con un intervento mirato. Ogni bambino è unico e la sintomatologia si presenta con diversi livelli di gravità”. Lo staff della dottoressa Azzurra Salvago mette in campo interventi individuali e di gruppo. Con un comune denominatore: “L’obiettivo è quello di insegnare e di guidare il bimbo alla conquista di piccole, grandi abilità”. Dal salutare con la mano al rispondere alle domande,
dal lavarsi le mani al vestirsi da solo. Ogni progresso, anche il più piccolo, deve essere perseguito con la partecipazione attiva della famiglia, della scuola e di tutte le figure che ruotano attorno al bambino. Attraverso il “parent training”, attività di formazione che coinvolge la famiglia, si punta al miglioramento della relazione e della comunicazione tra genitori e figli. Non solo: negli incontri vengono presentate le diverse strategie educative e i genitori possono esercitarsi nell’applicazione dei metodi appresi con il supporto del professionista e con l’assegnazione dei “compiti a casa”, relativi alle specifiche abilità. Gli interventi abilitativi e riabilitativi, che hanno maggiore successo, sono quelli basati sui principi dell’A.B.A (Applied Behavior Analysis), che si fondano su solide evidenze scientifiche. Questi interventi sono efficaci per l’insegnamento delle abilità adattive (linguaggio, comunicazione, gioco, socializzazione, autonomie personali, abilitá accademiche) e per la riduzione dei comportamenti problema (aggressivitá, autostimolazioni, autolesionismo).