Attacchi di panico

“Il disturbo è di facile risoluzione attraverso trattamenti mirati”

Il Disturbo da Attacchi di Panico è considerato una forma di ansia estrema con caratteristiche molto particolari. Immaginiamo che si stia riposando, oppure guidando l’auto o ancora facendo acquisti al supermercato o ci si trovi in luoghi di culto o al ristorante: giunge senza preavviso un fortissimo e incontrollabile senso di paura, di impazzire, svenire o addirittura di morire, il cuore batte tumultuosamente, il respiro si fa corto e superficiale, la vista annebbiata, le mani e /o i piedi si “ghiacciano”. Possono aggiungersi nausea, ipersudorazione, tremori accentuati, sensazione di “depersonalizzazione” (il non sentire il proprio corpo) o “derealizzazione” (avvertire come improvvisamente estraneo il mondo circostante). Si è letteralmente paralizzati dalla convinzione che si stia per impazzire o morire. Un vero tormento che sembra non finire mai. Si cerca , se si è in grado di farlo, di “scappare” senza badare ad altro che a cercare una via di fuga. Si vorrebbe poter comunicare a qualcuno quello che succede ma la parola non “esce” e la testa è estremamente confusa. Ecco, questo è un attacco di panico. Esso compare all’improvviso: dura, in genere, secondi che appaiono interminabili e causa un’esperienza intensissima di paura. A episodio concluso (gli attacchi si esauriscono spontaneamente), si rimane sconvolti, un senso di vergogna si fa strada. Tutto questo è difficile da raccontare ma lascia un segno molto forte nella memoria e nell’esperienza. Una volta ritornati alla normalità, si sa riferire con esattezza il giorno e l’ora in cui si è manifestato l’episodio, come se si fosse determinata una nuova fase della propria storia personale ma non si è in grado ancora di descrivere con precisione i sintomi provati. Il primo attacco può essere seguito da un altro a brevissima distanza di tempo oppure dopo giorni, settimane, mesi (più raramente anni). Può tuttavia rimanere unico nel corso della vita e non ripresentarsi mai più. La primissima esigenza è quella di sentirsi rassicurato: al pronto soccorso, da un medico o anche in farmacia. Il disturbo, benché procuri una grande sofferenza, è di facile risoluzione attraverso trattamenti mirati; può tuttavia richiedere cure prolungate. Normalmente, un ansiolitico attenua o fa scomparire del tutto sia l’ attacco sia il residuo ansioso post-critico ma non risolve il problema se non per un limitato periodo di tempo (nel caso, per esempio, in cui gli attacchi si ripresentino a breve distanza tra loro). Altri farmaci si rivelano ottimi nel trattamento a lungo termine. La psicoterapia, in particolare quella di tipo cognitivo- comportamentale, è di grande efficacia,soprattutto nella stabilizzazione dei risultati. Il trattamento più completo è senz’altro quello combinato, farmacologico e psicoterapico sia per rapidità di risultati sia per costanza nel tempo della guarigione.

“L’obiettivo è quello di insegnare e di guidare il bimbo alla conquista di piccole, grandi abilità”

 

“Si tratta di un disturbo che non va a regredire; al contrario, si migliora con un intervento mirato. Ogni bambino è unico e la sintomatologia si presenta con diversi livelli di gravità”. Lo staff della dottoressa Azzurra Salvago mette in campo interventi individuali e di gruppo. Con un comune denominatore: “L’obiettivo è quello di insegnare e di guidare il bimbo alla conquista di piccole, grandi abilità”. Dal salutare con la mano al rispondere alle domande,

dal lavarsi le mani al vestirsi da solo. Ogni progresso, anche il più piccolo, deve essere perseguito con la partecipazione attiva della famiglia, della scuola e di tutte le figure che ruotano attorno al bambino. Attraverso il “parent training”, attività di formazione che coinvolge la famiglia, si punta al miglioramento della relazione e della comunicazione tra genitori e figli. Non solo: negli incontri vengono presentate le diverse strategie educative e i genitori possono esercitarsi nell’applicazione dei metodi appresi con il supporto del professionista e con l’assegnazione dei “compiti a casa”, relativi alle specifiche abilità. Gli interventi abilitativi e riabilitativi, che hanno maggiore successo, sono quelli basati sui principi dell’A.B.A (Applied Behavior Analysis), che si fondano su solide evidenze scientifiche. Questi interventi sono efficaci per l’insegnamento delle abilità adattive (linguaggio, comunicazione, gioco, socializzazione, autonomie personali, abilitá accademiche) e per la riduzione dei comportamenti problema (aggressivitá, autostimolazioni, autolesionismo).

Dott. Francesco Toccafondi

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