Cura della depressione e dei disturbi dell’umore
Dott.ssa Francesca Congia

Dott.ssa Francesca Congia
Psicoterapeuta specializzata
in psicoterapia comparata e ipnoterapeuta.
Esperta qualificata EMDR di primo e secondo livello.
Esperta nell’accompagnamento alla nascita
Presidente della Fondazione Benessere Donna ONLUS
Il Centro risponde a un bisogno di ascolto e presa in carico delle persone che soffrono di depressione nelle sue diverse declinazioni
Depressione, i numeri
40 milioni di individui, 3 milioni solo in Italia: tante sono le persone che si ammalano. Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 la depressione sarà la seconda causa di disabilità, dopo quelle legate alle patologie cardiovascolari, in tutto il mondo. Le sindromi depressive colpiscono soprattutto gli over 65, le donne (in particolare nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni) ma anche adolescenti e bambini. La malattia è più diffusa nelle situazioni di disagio sociale, derivanti da abusi, bullismo, violenza, separazione, predisposizione a patologie croniche (diabete, ipertensione, cardiopatie, malattie endocrine e autoimmuni). Le statistiche dicono che se una persona ha avuto un episodio depressivo, nel 50% dei casi ne avrà un altro nel corso della vita.
I sintomi del male oscuro
Il comune denominatore è l’abbassamento del tono dell’umore che – nelle fasi acute – si manifesta con vissuti di profonda tristezza, senso d’inutilità, disperazione, associati al senso di spossatezza e all’incapacità di provare gioia. Sono frequenti i disturbi dell’alimentazione, con perdita o aumento del peso, e quelli del sonno, con insonnia o – al contrario – ipersonnia. Rallentamento o agitazione psicomotoria, sentimenti di autosvalutazione, riduzione dell’attenzione e della memoria, stati d’ansia sono i sintomi depressivi con maggiore incidenza. Nei 2/3 dei pazienti sono presenti pensieri ricorrenti di morte.
Paradosso della madre depressa
Non la senti proprio quella felicità che dovresti provare. Anzi, vorresti scappare. Oppure fantastichi di una vita senza il tuo bambino. E ti senti un mostro perché i sentimenti negativi mal si conciliano con il mito della madre felice. Qualche volta il profondo senso di infelicità svanisce, appena gli ormoni si assestano, pochi giorni dopo il parto (baby blues); in altri casi il malessere si radica nell’anima, che respinge però il vissuto depressivo. L’esperienza del parto è una condizione potenzialmente traumatica: l’ansia dell’evento, il senso di inadeguatezza, il corpo che cambia. Gli interventi preventivi sembrano determinare una riduzione del 19% del rischio di sviluppo di disordini depressivi post partum: incontri psicoeducativi rivolti alle mamme e alla coppia genitoriale, interventi di supporto, terapia interpersonale, home visiting. Dopo il parto, il primo step è ammettere e comunicare il proprio disagio, se c’è. E avviare un percorso di cura.
La depressione del padre
Così è sempre stato e così pensi che dev’essere: il compagno, che si trasforma in padre, non deve avere cedimenti. Devi essere solido, affidabile, saldo nell’amore nei confronti della tua donna e del bambino che ti ha donato. A volte non succede. Le manifestazioni di sofferenza si traducono allora in sintomi fisici e psichici: nausea, vomito, dolori addominali, cambiamenti nell’appetito e nel peso corporeo. Anche i neopapà sono vittime di vissuti depressivi durante la gravidanza e nel periodo successivo al parto. Già nel 1965 due scienziati inglesi hanno dato una definizione alla depressione del padre, chiamandola “sindrome di couvade”. A volte è legata al disagio della madre, che produce un forte stress per il compagno e può condurre a gravi difficoltà nella relazione coniugale. Metabolizzare il cambiamento, nello stile di vita e nella relazione; affrontare stati d’ansia e di incertezza; recuperare nel ‘noi’ la propria individualità: da soli non è sempre possibile, quando il malessere diventa depressione. Chiedere aiuto a uno specialista è la chiave per aprire nuovamente la porta di un equilibrio ritrovato.
Bambini e adolescenti, il male di vivere
Sembra un capriccio, conseguenza di cattiva educazione. Appare, a volte, come un momento di passaggio e di crescita, transitorio e inevitabile. Sottovalutare la depressione nei bambini e nella fase adolescenziale è la premessa al potenziale fallimento emotivo dell’adulto di domani. I segnali sono diversi e a volte opposti: astenia o ipercinesi, aggressività o apatia, ma anche pessimismo, indecisione, irritabilità, svogliatezza. Quei bambini che sviluppano una forma depressiva prima della pubertà, con molta probabilità hanno uno dei genitori che, a sua volta, ha avuto un’esperienza precoce di depressione, ed hanno anche un rischio maggiore di sviluppare altri disturbi mentali durante l’età adulta. Quelli che, invece, diventano depressi dopo la pubertà hanno una probabilità maggiore di andare incontro ad un altro episodio depressivo.
Centro Medico SOMA
Via Val d’Elsa 12/18 – Cagliari
Tel. +39 339.7262363