“…gia fatto?…”

Dott. Giovanni Russino

Uroandrologo, specializzato fin dal 1979 ed esegue visite specialistiche nei diversi ambiti dell’urologia e dell’andrologia, per la cura dei disturbi sessuali che affliggono uomini di ogni età, oltre a consulenze per la prevenzione andrologica.

L’eiaculazione precoce: Una passione maschile
che brucia troppo velocemente

Nel suo immaginario di pubblicità è un moto positivo, di benessere, quasi piacevole conclusione di un inizio. Ma se si applica ad una delle conclusioni più sentite dell’universo del piacere maschile, questo indica una spiacevole situazione di malessere, di frustrazione, di depressione. Parlo della eiaculazione precoce che nell’ambito della coppia, coinvolge anche la partner nella più profonda intimità.

 

Una passione maschile che brucia troppo velocemente può significare frustrazione e sofferenza per lui quanto egualmente per lei che riduce la possibilità di avere l’orgasmo durante il rapporto sessuale.

 

Il 50% degli uomini sofferenti di questa disfunzione, lo è da sempre, ed è nota come life-long conditio.

 

Tecnicamente si può definire più che una condizione di patologia, di “status” che porta in uno scarso o a volte nullo controllo della latenza eiaculatoria gestita. Questo significa che anche un minimo stimolo sessuale, prima o all’inizio della penetrazione, porta velocemente e prima di quando veramente voluto, alla emissione di sperma.

 

La E.P. si basa su tre punti:

• Breve durata del tempo per raggiungere l’eiaculazione in vagina, la cosi detta “Latenza Eiaculatoria” intravaginale (IELT).

• La mancanza di controllo sul riflesso eiaculatorio.

• La frustrazione, sia personale che a livello di coppia. Questo stato è classificabile in due definizioni : la primaria (o “life long”) già evidente nelle prime pratiche sessuali giovanili (prime fallimentari esperienze sessuali, rapporti rari nel tempo, psicocomportamentali, senso di autocondanna per motivi culturali e/o pseudoreligiosi, ansia da prestazione da pene piccolo? Da timori infondati? Da inferiorità per le aspettative della partner?) e la secondaria (o “acquired” che si presenta dopo un’attività sessuale normale ma compare per intervenuti processi flogistici dell’apparato riproduttore, e non o scarsamente curata: prostatiti, uretriti, uso di sostanze stupefacenti, alcolismo, chemioterapie, oppure cause neurobiologiche per alterato equilibrio dei neurotrasmettitori (Serotonina, Ossitocina, Adrenalina), disturbi della tiroide. La diagnosi merita un approfondimento accurato da parte dell’Andrologo, che valuta non solo la durata del tempo intercorrente tra la fase erettile completa e la eiaculazione “vera”, ma anche la frequenza delle volte, e tutto il suo corteo sintomatologico obbiettivo e soggettivo, poi confortato anche da test specifici di inquadramento (quando, come, perché, livello di minima soglia, grado frustrante, insoddisfazione della compagna, ecc).

 

Curarla si può! Malgrado le apparenze, il primo grande passo terapeutico è proprio la partner, per condividere il problema e stimolare l’uomo a cercare rimedio presso lo Specialista, che individuerà due obbiettivi: da un lato aumentare il controllo della eiaculazione e dall’altro migliorare la soddisfazione della coppia, oltre a intraprendere una terapia alla luce delle recenti scoperte sull’arco riflesso dello stimolo eiaculatorio ove un ruolo fondamentale è rappresentato dalla Serotonina, neurotrasmettitore specifico, che agisce sulla attivazione di un riflesso nervoso specifico, regolando con un effetto inibitorio, il riflesso stesso. Il maschio infatti è strutturalmente “organizzato” per una eiaculazione “programmata e adattata” alle esigenze del momento scelto, con meccanismi di “step” che limitano la facilità dell’orgasmo e ne prolungano l’effetto e di conseguenza la durata del riflesso nel miglior tempo accettabile della coppia.

Per maggiori informazioni:

giovanni.russino@gmail.com

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