Il bambino “extra large”
Dott. Pier Paolo Pusceddu

Dott. Pier Paolo Pusceddu
Pediatra, ha diretto il reparto di pediatria dell’ospedale Brotzu dal 2005 fino a maggio 2016.
L’Obesità è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo.
Secondo le Istituzioni che si occupano di Sanità pubblica (Organizzazione mondiale della Sanità) essa mostra una diffusione ubiquitaria al punto tale da far pensare ad una vera e propria epidemia globale. Si ritiene che la prevalenza dell’obesità a livello generale sia più che raddoppiata dal 1980 ad oggi: nel 2014 si contavano oltre 1,9 miliardi di adulti in sovrappeso (il 39% della popolazione mondiale); di questi oltre 600 milioni erano obesi (il 13% della popolazione mondiale). Per quanto riguarda l’età pediatrica si ritiene che nell’anno 2013 i bambini sovrappeso e obesi fossero non meno di 42 milioni, destinati a diventare ben 70 milioni nel 2025 se dovesse persistere l’attuale trend. Incredibilmente il tasso di incremento sarà del 30% più elevato nei paesi a basso e medio reddito rispetto a quelli più sviluppati. In Italia, nel 2007, il Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca e tutte le Regioni italiane, ha creato un sistema di sorveglianza denominato “OKkio alla Salute” allo scopo di creare una solida fonte di dati epidemiologici sugli stili di vita dei bambini della scuola primaria con particolare riferimento al problema del sovrappeso e dell’obesità nella popolazione infantile. L’Italia con i dati di OKkio alla SALUTE partecipa all’iniziativa della regione europea dell’OMS denominata COSI – Childhood Obesity Surveillance Initiative. OKkio alla Salute ha effettuato quattro rilevazioni negli anni 2008/9, 2010, 2012, 2014 coinvolgendo per ciascuna valutazione oltre 40.000 bambini e genitori e 2.000 scuole. I risultati ottenuti sarebbero nel complesso abbastanza confortanti dal momento che per quanto riguarda il sovrappeso e l’obesità si è passati nel giro di poco più di sei anni da prevalenze nazionali rispettivamente del 23,2 e 12,0 a valori di 20,9 e 9,8. Purtroppo si deve al contempo prendere nota dell’esistenza di un gradiente significativo fra Nord e Sud Italia visto che nelle regioni meridionali le medie rilevate sono state superiori al 37%. Sia da subito ben chiaro che sovrappeso e obesità non sono causa solamente di inestetismi, bensì come è universalmente noto, possono favorire l’insorgenza di malattie croniche come quelle cardiovascolari, l’ipertensione, l’ictus, il diabete, alcuni tumori, malattie della colecisti, osteoartriti.
Particolarmente grave è l’insorgenza dell’obesità già in età scolare o durante l’adolescenza, perché significa accrescere ulteriormente il rischio di sviluppare precocemente le complicanze correlate. Il rischio relativo per un bambino obeso di diventare un adulto obeso è di 2 – 6,5 volte rispetto ai bambini non obesi;
Aumenta con l’età ed è direttamente proporzionale alla gravità dell’eccesso ponderale:
- Bambini obesi in età prescolare dal 26 al 41% sarà obeso da adulto; – Bambini obesi in età scolare il 69% sarà obeso da adulto;
- Adolescenti obesi l’83% sarà obeso da adulto.
Per la diagnosi di sovrappeso e obesità nel bambino si utilizzano le griglie auxologiche e si fa ricorso al calcolo dell’Indice di Massa corporea o BMI dall’inglese Body Mass Index (si ottiene dividendo il peso corporeo espresso in Kg. per il quadrato dell’altezza espresso in metri: valori superiori a 25 sono indicativi di sovrappeso, mentre per valori superiori a 30 si parla di obesità). Sono meno utilizzati altri metodi quali la Plicometria, la misurazione della circonferenza addominale, gli ultrasuoni, la TAC e La RMN.
Ma quali sono i fattori in grado di determinare sovrappeso e obesità?
Un ruolo fondamentale è svolto da stili di vita scorretti come un’alimentazione sregolata e l’eccessiva sedentarietà. Al contempo, però, la componente ereditaria che determina il peso corporeo e quindi le sue alterazioni, è stimata intorno al 70 %. Negli ultimi vent’anni sono stati identificati vari geni associati, quando alterati, all’insorgenza di obesità. Tra questi il più studiato è quello che regola la sintesi della leptina, ormone anoressizzante prodotto dal tessuto adiposo bianco che agisce sul suo recettore presente soprattutto nelle aree del cervello che regolano l’appetito. Obesità è inoltre presente in alcune rare malattie genetiche (Distrofia adiposo-genitale di Froelich, Sindrome di Cushing, Sindrome di Bardet-Biedl, Sindrome di Prader-Willi, Sindrome di Cohen); oppure accompagna alcune disendocrinopatie (Ipofisi – Tiroide – Surreni –Paratiroidi). Queste forme di obesità sono però relativamente infrequenti e per tale motivo non rappresentano un vero problema di salute pubblica. Per riprendere il discorso appena accennato sui fattori che nei soggetti geneticamente predisposti possono indurre sovrappeso e obesità, la prevenzione e la terapia di queste due condizioni possono essere attuate solo attraverso un’accurata educazione alla scelta degli alimenti, alla loro distribuzione nel corso della giornata ed infine ad una quotidiana attività fisica. Ciò presupporrebbe l’esistenza di un rapporto di collaborazione stretto fra nucleo familiare e ambiente scolastico, condizione questa quasi mai rispettata.
I punti essenziali sui quali dovrebbe poggiare una campagna di sensibilizzazione:
- Divieto di fumo durante la gestazione (prevalenza aumentata di obesità nei bambini nati da madri fumatrici);
- Alimentazione al seno da prolungare almeno sino al 12° mese di vita del bambino (è noto il rapporto fra somministrazione precoce di latti formulati e insorgenza di sovrappeso);
- Inizio del divezzamento con alimenti complementari solo dopo il 6° mese di vita;
- Controllo dell’apporto proteico specie nei primi due anni di vita;
- Inibizione all’assunzione di bevande caloriche (succhi, tisane, thé);
- Sottolineare l’importanza di una dieta bilanciata (Glicidi 55% con prevalenza di polisaccaridi, Lipidi 35%, Proteine15%) e di una accurata distribuzione dell’apporto calorico nel corso della giornata (Colazione 15%, Spuntinomattutino 5%, Pranzo 40%, Spuntino pomeridiano 5%, Cena 35%);
- Sollecitare l’assunzione di frutta e verdure (almeno quattro porzioni nell’arco delle 24 ore);
- Evitare l’uso del passeggino dopo i tre anni di vita e favorire il raggiungimento a piedi della scuola;
- Limitare TV e giochi sedentari ad un massimo di 8 ore settimanali e comunque solo dopo i due anni di vita;
- Regalare e incentivare i giochi di movimento, adatti alle varie età della vita;
- Favorire l’attività fisica da far svolgere 2 – 3 volte alla settimana dopo i sei anni d’età.