Le protesi acustiche

Dott.ssa Anna Rita Salaris

Audiprotesista

La nascita dell’apparecchio acustico.

Una delle prime protesi al mondo fu Il “Cornetto acustico”, apparso intorno al XVII secolo e fino alla metà inoltrata del 1800 è stato l’unico mezzo, “tecnologico” per coloro che erano affetti da ipoacusia. Si dovrà attendere il 1880, perché si faccia un passo avanti nella tecnologia: quando Alexander Graham Bell ( il rivale di Meucci), ideò un apparecchio elettroacustico, per la giovane moglie, Mabel Hubbard, che egli conobbe durante il periodo di insegnamento che svolgeva in una scuola per non udenti.

Con la fine della Grande Guerra troviamo le valvole termoioniche e una diminuzione delle dimensioni degli apparecchi acustici. Vediamo in breve le tappe fondamentali dello sviluppo delle protesi acustiche: Negli anni 1900, verso la fine della prima decade del XX Secolo, precisamente nel 1907, lo scienziato e inventore statunitense, Lee De Forest, costruì il primo prototipo di apparecchio acustico funzionante a Valvole Termoioniche. Negli anni ’20, abbiamo i primi ricevitori da orecchio di tipo magnetico, e una grande ricerca Negli anni ’40 : Si ha un notevole contributo nella miniaturizzazione delle valvole, che consente così di costruire apparecchi acustici più piccoli nelle dimensioni. In questo periodo arrivano anche i primi apparecchi tascabili. E nel 1948, venne inventato il Transistor, che segnò una svolta anche in questo campo. Negli anni ’50: Nascono i primi apparecchi acustici “Retroacustico”, ed i primi apparecchi cosiddetti “Ibridi” (in parte a valvole in parte a transistor). Nel 1952 viene alla luce il primo AUSILIO ACUSTICO AD OCCHIALE, basato esclusivamente sui transistor. Negli anni ’60 :Si realizzano i primi circuiti automatici con controllo del volume. In Italia nasce il primo apparecchio acustico che si inserisce nell’orecchio, note come protesi ” Tutto nell’orecchio”. In seguito fu la PHILIPS a realizzare il primo circuito integrato, che venne utilizzato nelle protesi acustiche. Nascono anche i primi Microfoni Direzionali. Negli anni ‘ 70, la tecnologia diventa più sofisticata e nascono apparecchi con circuiti a Film Spesso e Sottile. Troviamo anche i controlli automatici di volume e di guadagno. Negli anni ‘ 80 : Inizia l’era DIGITALE, ma per il primo apparecchio acustico interamente a tecnologia digitale bisogna attendere, perché a causa di problemi di Software e Hardware, fallisce! Negli anni ‘ 90, gli apparecchi acustici sono sempre più precisi e sofisticati. Si affacciano sul mercato i primi apparecchi con più canali di amplificazione, con uno o più programmi di funzionamento. Arrivano i primi apparecchi digitali semplici per poi giungere ai più sofisticati e contemporanei.

Le protesi acustiche oggi

Le protesi acustiche o apparecchi acustici ( da non confondere, con gli amplificatori che si trovano in commercio e che nulla hanno a che vedere con le protesi,) si dividono in : Protesi Retroauricolari, Protesi Endoauricolari o Intrameatali, Protesi ad Occhiale per via ossea ed aerea, apparecchi a scatola ( ormai in disuso) Protesi Invasive, che si dividono in: Protesi Acustiche ancora all’osso, le BAHA; Apparecchi parzialmente Impiantati ed Impianti Cocleari. La protesizzazione acustica si rende necessaria quando la comunicazione verbale è notevolmente limitata a causa dell’ipoacusia oppure non si può sviluppare in maniera sufficiente, e nello stesso tempo non sono proponibili soluzioni chirurgiche o trattamenti farmacologici (per es. nell’Ipoacusia Neurosensoriale), oppure, ancora, quando non sono indicati a causa di una grave ipoacusia o ad una discriminazione insufficiente o non sono in grado di portare ad un risultato soddisfacente. Prima di proporre una protesi acustica a un paziente è fondamentale seguire i criteri di indicazione, che vanno valutati in base all’audiometria effettuata sul paziente, collaborante. Ricordiamo che l’esame audiometrico, o audiometria, è un esame soggettivo, e che come tale può essere condizionato da alcuni fattori oggettivi, quali l’ambiente, l’audiometro utilizzato, l’operatore che lo effettua ed alcuni fattori soggettivi come lo stato di salute del paziente, l’eta’, l’emotivita’,ect. Bisogna sempre accertarsi che il paziente sia nelle condizioni di fare un uso adeguato dell’apparecchio acustico, eventualmente seguendo un training con l’ audioprotesista ed inoltre che il paziente ABBIA LA VOLONTA’ DI PORTARE COSTANTEMENTE L’ APPARECCHIO ACUSTICO! Un ruolo importante svolgono anche la valutazione dei fattori sociali e professionali. Per proporre una protesizzazione binaurale ( da ambedue le parti), bisogna riscontrare una difficoltà di comunicazione uditiva bilaterale. QUANDO SI PUO’ EFFETTUARE LA PROTESIZZAZIONE BILATERALE, LO SI DEVE SEMPRE FARE! In caso di Ipoacusia Bilaterale, soprattutto grave, si opta sempre per la protesizzazione binaurale, che offre più direzionalità, discriminazione e stereofonia. Importante che il paziente capisca i vantaggi della protesizzazione binaurale e l’ accetti con il corretto uso di 2 protesi. In caso di sordità monolaterale o con infiammazione cronica di un orecchio si protesizza sempre l’orecchio controlaterale, fino a che si raggiunga la normalizzazione del quadro clinico. In caso di notevole differenza all’audiometria tonale tra ambedue gli orecchi si protesizza il miglior orecchio udente, se non si riesce a raggiungere con una protesizzazione binaurale, un’accettabile simmetria ( per es. nei residui uditivi su un lato). NEI BAMBINI SI DEVE SEMPRE USARE LA PROTESIZZAZIONE BINAURALE.

Figure fondamentali sono:

Lo Specialista Otorinolaringoiatra che effettuerà nella visita un esame obiettivo Orl, con Otomicroscopia, Audiometria Tonale e Vocale, Soglia del fastidio, Riflesso Stapediale e Timpanogramma. In casi più complicati si richiedono altri esami quali Misurazione Delle Otoemissioni Acustiche, Misura del campo Vocale, TC e RMN.

L’audioprotesista effettuerà Audiometria Tonale, e Vocale con protesi acustica in situ; Accoppiamento acustico per la protesizzazione e controllo dell’ ausilio protesico. In situ significa con sonda sonora, nell’orecchio, nel condotto uditivo esterno; il controllo, può avvenire anche con audiometria in campo libero. La scelta della protesi acustica SPETTA AL SOLO DR. AUDIOPROTESISTA e si basa sul tipo di protesi, sui criteri funzionali acustici e non di natura ESTETICA, spesso utilizzata per ” accontentare” i pazienti! Di regola si usano protesi per via aerea, che si distinguono in : Retroauricolari, Endoauricolari, Protesi Intracanali ed infine ad Occhiale.

Una protesi è formata, di solito, da sei parti

Un microfono, una Batteria, un Amplificatore, una Bobina Telefonica, un Regolatore di Volume ed un Ricevitore. Il Microfono, raccoglie il segnale acustico e lo trasforma in segnale elettrico, nel momento in cui le onde sonore colpiscono la membrana del microfono, questa inizia a vibrare e il segnale è inviato all’amplificatore. La bobina telefonica, amplifica il segnale telefonico quando si avvicina la cornetta alla protesi. Se la bobina è in funzione, il microfono viene escluso per eliminare i rumori ambientali. La batteria serve ad alimentare la protesi. L’Amplificatore amplifica i segnali elettrici che giungono dal microfono. Il Regolatore di volume, in alcuni apparecchi può essere gestito dall’utente, in altri essendo automatico, solo dall’audioprotesista. Il Ricevitore, trasforma il segnale elettrico amplificato in un segnale sonoro, che viene utilizzato dall’orecchio umano. E’ la parte più importante e delicata delle protesi e dev’essere sempre tenuto pulito. Esistono vari tipi di protesi acustiche:   PROTESI RETROAURICOLARI o BTE ( BEHIND THE EAR): Formata da : corpo della protesi che si posizione dietro l’orecchio, curvetta che collega la protesi al tubicino che termina con la chiocciola ( solitamente su misura o in alcuni modelli detti Open Ear, standard di tre o più misure), che si inserisce all’interno dell’orecchio, può essere utilizzata per tutti i tipi di ipoacusia, è “visibile” e a volte non gradita dal paziente. E’ in grado di amplificare una maggiore gamma di suoni ; ha una notevole durata ed alcuni modelli oggi sono impermeabili e dotati di dispositivi di ingresso audio per collegare radio, tv, ect. PROTESI A SCATOLA: L’apparecchio viene posizionato in tasca o sul petto, il ricevitore collegato ad una chiocciola inserita nell’orecchio e tramite cavetti all’amplificatore. Questa protesi e’ ormai in disuso, grazie anche alla tecnologia che oggi, permette a protesi retroauricolari di emettere un ‘amplificazione atta a sostituirla. PROTESI ITE o CIC o INTRACANALI ( IN THE EAR ) Protesi ” tutte nell’orecchio ” si dividono in Conca, Canale, ITC ( IN THE CHANAL ). Queste protesi si posizionano a circa 2 mm di distanza dalla membrana timpanica e vengono anche dette “ad inserzione profonda”. Sono costruite su impronta del condotto uditivo, rilevata dall’audioprotesista e personalizzate in base alla perdita uditiva che scaturisce dall’audiometria; sono più precise delle protesi retroauricolari perche’ hanno una stimolazione diretta, avendo tutte i componenti, quali circuito e ricevitore all’interno dell’orecchio, ed erogano suoni a minor volume d’aria ed utilizzano una minore amplificazione. Con queste protesi il fattore estetico ne guadagna. Le protesi endoauricolari sono indicate, per ipoacusie leggere o medie, mentre devono essere tecnologicamente perfezionate, per le ipoacusie di grado più elevato. PROTESI ACUSTICHE AD OCCHIALE: I componenti elettrici delle protesi vengono inseriti in una o in tutt’e due le stanghette degli occhiali. Si dividono in due gruppi: Uno a conduzione OSSEA, indicato per ipoacusie lievi e moderate, trasmissive; sono formate da un vibratore che poggia sull’osso mastoideo ed ha il compito di trasmettere alla coclea le vibrazioni sonore. L’altro tipo si definisce a conduzione AEREA. Qui il suono passa dalla stanghetta, attraverso un tubicino collegato ad un auricolare o chiocciola su misura, all’interno del condotto uditivo. Questo tipo di protesi si utilizza soprattutto se il paziente ha anche disturbi visivi o per applicazione di protesi con sistema CROS. Anche queste protesi sono sempre più in disuso e meno utilizzate, grazie anche al fatto che, la Chirurgia nei casi di ipoacusia trasmissiva da ottimi risultati. PROTESI CON SISTEMA CROS: CONTROLATERAL ROUTING OF OFFSIDE SIGNALS Questo è un sistema che permette di ricevere le onde sonore dal lato dell’orecchio sordo, o più ipoacusico e di trasferirle attraverso la montatura dell’occhiale nell’orecchio con udito migliore, si ha così la localizzazione del suono nello spazio. Esiste anche il sistema detto BI-CROS, formato da due microfoni ed utilizzato nei casi di anacusia da una parte ed ipoacusia dall’altra. Anche gli apparecchi BTE, (retroauricolari), possono essere impiegati nel sistema CROS PROTESI ACUSTICHE IMPIANTABILI: Sono di recente costruzione. Vengono impiantate sotto la cute, in modo permanente e sono praticamente invisibili. Queste protesi hanno una durata che varia dai 10 ai 15 anni ed è fondamentale che le batterie siano ricaricabili. Esistono anche protesi parzialmente impiantabili grandi quanto una moneta. Non sono adatte nei pazienti il cui canale auricolare è particolarmente stretto. Una protesi comunemente utilizzata realizza l’accoppiamento con una via transcutanea di titanio che con procedura chirurgica viene infissa nel tavolato osso della mastoide è la BAHA ( Bone Anchored Hearing Aid, cioè Protesi acustica ancorata all’osso) e di nuova generazione la PONTO. La parte vibrante, rimovibile, è inserita sulla porzione di vite che sporge dalla cute; richiede una particolar attenzione all’igiene locale e solitamente è ben tollerata. Esistono anche protesi impiantabili nell’orecchio medio, per sordità neurosensoriali sulle alte frequenze fino a 70-80 dbHL. Controindicate nei disordini della catena ossiculare e dell’orecchio medio. Si ricorre a queste quando la soluzione con gli apparecchi acustici non è più efficiente, infatti le indicazioni sono: cavità di radicale infette,( svuotamento e raschiamento del condotto uditivo), otite esterna e media croniche, atresia del condotto uditivo esterno, displasie e malformazioni che non permettono l’uso di altri tipi di protesi. L’ IMPIANTO COCLEARE : E’ un tipo di protesi acustica costituito da una parte interna ed una esterna. La parte interna, impiantata chirurgicamente, consta di un ricevitore alloggiato nell’osso temporale e di una serie di elettrodi posizionati nell’orecchio interno. La parte esterna, processor sonoro, è un computer in miniatura, che trasforma i suoni in segnali che il nervo acustico invierà al cervello che riconoscerà i suoni. L’intervento si deve effettuare chirurgicamente in anestesia totale e solo dopo aver appurato che tutti gli esami medici richiesti consentano l’esecuzione dell’intervento. L’intervento può essere richiesto al SSN. Un recente studio fatto dalla DREES ( DIRECTION DE LA RECHERCHE, DES ETUDES, DE L’EVALUATION ET DES STATISTIQUES),stima che il problema dell’ipoacusia riguarda circa mezzo miliardo di persone al mondo! Nel nostro paese si contano circa 7 milioni di persone con problemi uditivi. Ma soltanto il 15% di persone che potrebbero ricorrere alla protesi, ne fanno uso. Ma perchè si rinuncia alla protesi acustica, se può, pur con certi limiti ( non e’ un orecchio nuovo!),ridurre i problemi di comunicazione? Le ragioni si possono così definire : Le persone spesso non si rendono conto che la loro qualità uditiva ha avuto o sta subendo dei peggioramenti, poichè il deficit si sviluppa in modo progressivo, fino a diventare “eclatante o evidente!”. Il prezzo delle protesi è sicuramente un’altra ragione; non tutti possono permettersi di spendere. Infine, il fattore psicologico, da non sottovalutare. Infatti, non sempre la protesi acustica viene accettata di buon grado, anche se oggi le protesi in commercio, offrono modelli praticamente” invisibili” . La tecnologia delle protesi è in continuo sviluppo, le protesi analogiche oramai sono tramontate e siamo entrati nell’era digitale. Oggi si effettuano regolazioni dei parametri sonori quasi in tempo reale. Modelli sempre più piccoli e sofisticati sono allo studio. Attualmente le protesi in commercio agiscono sulle frequenze che vanno dai 125 agli 8000 Hz, e siamo ancora lontani dal raggiungere la sofisticazione dell’orecchio umano, che è in grado di discriminare suoni tra i 20 ed i 20000 Hz. Nel futuro sarà migliorata la discriminazione delle voci nei rumori, fino a distinguere nettamente la parola; ci saranno sicuramente protesi più potenti e raffinate e la tecnologia Wireless sempre più in espansione risolverà certamente i problemi di sincronizzazione con gli altri apparecchi quali la tv. ALCUNI CONSIGLI PER CHI USA LE PROTESI ACUSTICHE Fondamentali per i portatori di protesi sono i controlli periodici, si suggerisce sempre di sottoporsi ad una visita otorino almeno una volta ogni 6 mesi/1 anno. L’uso della protesi, può a volte provocare, un accumulo di cerume, che comporta vari disturbi tra cui il fastidioso fischio ( Feedback acustico ) o il malfunzionamento causato dalla presenza di cerume nel ricevitore, per es. Per evitare il formarsi del cerume si consiglia l’uso di sistemi atti a prevenir la formazione dei tappi di cerume e per l’igiene del condotto uditivo, facilmente reperibili nelle farmacie o parafarmacie. Almeno una volta all’anno, è buona norma sottoporsi ad un esame audiometrico. La pulizia delle protesi acustiche non dev’essere trascurata! Le endoauricolari, soprattutto, devono essere pulite accuratamente al fine di non far penetrare “detriti ” nel ricevitore e/o microfono. Nei retroauricolari fondamentale la pulizia della chiocciola inserita nell’orecchio ed almeno ogni sei mesi la sostituzione del tubicino della stessa. Infine controllo periodici, stabiliti con il dottore Audioprotesista, per valutare il miglior funzionamento della protesi e l ‘ adattamento nel condotto uditivo. Si ricorda che fino all’ottimatizzazione, va seguito un periodo di adattamento/riabilitazione che varia dai 3 mesi ad 1anno. NORME DI LEGGE PER LA PROTESIZZAZIONE MEDIANTE SSN Ai soggetti affetti da ipoacusia di grado medio- grave o grave è garantito il diritto alla fornitura gratuita della protesi acustica ( DPR 28.12.1992), qualora la perdita uditiva media, rilevata dall’esame audiometrico, da eseguirsi in struttura pubblica, per le frequenze di 500-1000-2000 Hz risulti pari o superiore ai 65 db sull’orecchio miglior e senza uso di protesi. Le perdite totali (Anacusia o Residui uditivi) che non possono essere riabilitate con le protesi acustiche non sono comprese. Tuttavia se oltre, all’ipoacusia, nel soggetto coesistono altre cause di invalidità, che valutate nel complesso, danno una percentuale superiore al 35% è possibile ricorrere alla fornitura ASL. Quest’ultima attraverso la Commissione di invalidità deciderà se accogliere o meno la richiesta.

Studio Dott.ssa Anna Rita Salaris

Audioprotesista

salaris.annarita@gmail.com

Tel: +39 329 6898276


Si effettuano visite a domicilio

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