Miomectomia Laparoscopica

Dott. Giuseppe Santeufemia

Ginecologo

Il Dott. Giuseppe Santeufemia, ha eseguito 200 interventi di miomectomia laparoscopica. Esegue la maggior parte degli interventi ginecologici (80%) in endoscopia, da anni predilige la laparoscopia e l’isteroscopia in quanto tecniche che consentono una diagnosi più accurata e un trattamento chirurgico meno invasivo. E’ autore di circa 9000 interventi chirurgici, ha eseguito come primo operatore più di 2500 interventi in Laparoscopia e oltre 1500 Interventi in Isteroscopia. Effettua la restante parte degli interventi ginecologici con la chirurgia tradizionale, laparotomica (apertura dell’addome) e vaginale.

I miomi uterini sono i tumori più frequenti del tratto genitale femminile, con una incidenza che va dal 20% al 50 % di tutte le donne. Nell’80% dei casi la presenza dei miomi è asintomatica, ma se presenti sintomi quali sanguinamenti anomali, mestruazioni abbondanti (ipermenorrea), dolori pelvici e infertilità, richiedono spesso un trattamento chirurgico.

Il mioma è una massa benigna, singola o multipla, di tessuto fibro-muscolare che può svilupparsi sulla superficie esterna o nello spessore dell’utero fino a raggiungere la cavità uterina. Le sue dimensioni possono essere anche notevoli.

Per via laparoscopica possono essere trattati i miomi peduncolati, sottosierosi, intramurali e infraligamentari. La grandezza, il numero, la localizzazione, l’esperienza dell’operatore e la sua capacità di eseguire suture endoscopiche sono criteri determinanti per scegliere la via laparoscopica vs. la laparotomia.

La miomectomia, cioè l’asportazione di uno o più fibromi (miomectomia multipla) è l’intervento chirurgico più conservativo per la cura di questa malattia e si pone l’obiettivo di ridare l’integrità anatomica e funzionale all’utero. I miomi o fibromi (termini analoghi) crescono creando sulla loro superficie una capsula che li delimita molto bene dal tessuto circostante e ne consente anche spesso un’agevole asportazione. I miomi vengono poi rimossi dalla cavità addominale mediante l’utilizzo di un apposito strumento chiamato “morcellatore” che tritura i miomi rendendone possibile l’asportazione attraverso le piccole vie di accesso cutanee. Per l’utilizzo del morcellatore è necessaria un’incisione cutanea più grande (12 mm). Negli interventi di miomectomia per noduli di grosse dimensioni, è necessaria un’incisione più alta (qualche centimetro al di sopra dell’ombelico).

La loro grandezza, il numero talvolta elevato, la loro posizione determinano la difficoltà dell’intervento. Questo tipo di intervento è caratterizzato da tempi molto differenti legati ovviamente alla diversa complessità delle singole situazioni e all’esperienza dell’operatore.

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