Quando nasce un bambino, nasce anche una madre
Dott.ssa Francesca Congia

Dott.ssa Francesca Congia
Psicoterapeuta specializzata
in psicoterapia comparata e ipnoterapeuta.
Esperta qualificata EMDR di primo e secondo livello.
Esperta nell’accompagnamento alla nascita
Presidente della Fondazione Benessere Donna ONLUS
Quando nasce un bambino, nasce anche una madre
La gravidanza, il parto, il puerperio sono infatti momenti di grande cambiamento per la donna che, a volte, viene travolta da emozioni contrastanti: felicità, inadeguatezza, ansia.
Scoprirsi vulnerabili alla maternità può minare le certezze che cultura e società hanno artificialmente costruito: una donna che sta per avere un bambino deve sempre essere felice. Se non lo è, se ha paura e non è contenta, allora significa che è ‘sbagliata’: è il presupposto pericoloso, oltre che errato, su cui poggiano i peggiori fallimenti genitoriali e le più grandi infelicità.
La genitorialità
È una situazione in evoluzione, strettamente legata alle esperienze maturate in famiglia, ai modelli che la futura madre ha avuto e sui quali ha plasmato la sua immagine di mamma, in relazione con un figlio che ancora non esiste. “In realtà, subito dopo la nascita si conosce il bambino reale, diverso da quello immaginario – spiega la dott.ssa Francesca Congia, psicologa, molto attiva sui temi riguardanti diversi aspetti della salute psicofisica della donna – è proprio questo il momento in cui si riconosce il bambino come il proprio bambino, e si può facilitare il processo di attaccamento”. Prima dell’evento nascita, la donna deve affrontare una vera e propria rivoluzione biofisica: il cambiamento corporeo della donna incinta arriva puntualmente ed è regolato da un orologio biologico proveniente dall’unità feto placentare. Un processo che inaugura un periodo di trasformazione ricco di potenziali criticità. Il corpo cambia e lo fa senza chiedere il permesso: “Una volta avviato – prosegue la dott.ssa Congia – il cambiamento procede ineluttabilmente in maniera indipendente dalla volontà della madre, attivando potenti meccanismi di ‘autoaffermazione’, che sono superiori all’istinto di autoconservazione della donna”. Nei nove mesi di gestazione, se tutto va bene, la madre si avvicina gradualmente al suo bambino e, non sempre con leggerezza, ripercorre periodi della sua vita passata. Possono comparire il timore di perdere il controllo della propria forma fisica, la paura del parto (la cosiddetta tocofobia), la necessità di mettere in discussione la relazione e il ruolo del partner. La maternità è un piccolo, grande campo di battaglia dove i processi di maturazione verso il nuovo ruolo ingaggiano schermaglie quotidiane con i processi di regressione legati alla nuova realtà: “È una situazione che causa ansie e induce a cercare affetto rassicurante secondo personali modalità sperimentate nel passato”. Non meno delicato il periodo postpartum, quando la neomamma potrebbe dover affrontare le insicurezze e i timori che gettano un’ombra sulla sua nuova condizione e si configurano alla stregua di malesseri fisici così diffusi da essere considerati fisiologici. La dott.ssa Francesca Congia cita Massimo Ammaniti, psicanalista e professore universitario di psicopatologia dello sviluppo, per spiegare cosa sboccia in gravidanza: “Si crea quello stato mentale straordinario e misterioso che è il ‘pensare per due’, con l’avvio di un dialogo interno unico e irripetibile (…) pervaso da mille interrogativi spesso impliciti, relativamente consapevoli, profondi”.

I timori più frequenti
Riuscire a partorire un bimbo sano, essere all’altezza del compito di curarlo, crescerlo, educarlo in maniera adeguata. Nella rete familiare e delle istituzioni la donna deve trovare sostegno per attuare il percorso verso una genitorialità serena e consapevole. I corsi di preparazione al parto sono l’occasione per definire meglio strada e direzione, per non sentirsi ‘sbagliate’ se i problemi si acuiscono e minano il benessere psicofisico della futura madre, per confrontarsi con altre donne e con i loro dubbi. “Il corso pre parto – conclude la dott.ssa Congia – aiuta a raggiungere la consapevolezza delle trasformazioni psico-fisiche durante la gravidanza, esprimendo e superando i dubbi, con il sostegno di personale altamente qualificato. È prevista la partecipazione già dalla 24/27 settimana (insieme ai rispettivi partners) in più incontri di frequenza settimanale”. Ma anche dopo il parto può essere necessario un aiuto per superare gli ostacoli e cominciare la nuova vita. Può verificarsi “la necessità di un luogo di espressione e di temporalità a questo scopo” attraverso incontri con professionisti che possono indicare la strada da intraprendere, quando la via appare impercorribile a chi sta male o soffre di depressione postnatale.
Centro Medico SOMA
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